Disabilità e gite scolastiche: nessuno escluso!

La primavera è il momento ideale per effettuare gite scolastiche o viaggi a scopo didattico.

Attività che, anche secondo una nota disposta dal MIUR, non possono prescindere da una inclusione a 360 gradi. Ma come regolarsi quando in classe sono presenti degli studenti disabili?

Etica e normativa

L’effettuazione di viaggi di istruzione e visite guidate deve tenere conto dei criteri definiti dal Collegio dei docenti in sede di programmazione dell’azione educativa e dal Consiglio di istituto o di circolo nell’ambito dell’organizzazione e programmazione della vita e dell’attività della scuola” chiarisce una nota del MIUR del 2012, che si aggiunge ad un’altra del 2002 in cui, sostanzialmente, si invita alla riflessione sul fatto che i viaggi d’istruzione, per brevi o lunghi che siano, debbano rappresentare anche un’opportunità di interazione, integrazione e condivisione per tutti, favorendo lo sviluppo relazionale e formativo dei ragazzi. Insomma, sono momenti in cui si lasciano i libri a casa e si impara a interagire con gli altri – con tutti gli altri -, senza escludere nessuno.

Pertanto, se una gita scolastica perdesse i requisiti per essere effettuata, dovrebbe essere annullata per tutti per non commettere atti fortemente discriminatori. Questo va sottolineato perché la presenza di studenti disabili, in questi frangenti, implica la partecipazione di un docente in più – non necessariamente di sostegno e sostituibile anche con un genitore – durante lo svolgimento di queste giornate “speciali” e, quindi, un’organizzazione impeccabile e, soprattutto, molto anticipata; vanno, infatti, scelte eventuali strutture ricettive inclusive, programmate attività che rendano tutti partecipi allo stesso modo e garantite le stesse opportunità a tutti i presenti. Non può mai, in nessun caso, accadere che un’indisponibilità improvvisa del personale, di un insegnante di sostegno o di un genitore diventi causa dell’esclusione di uno studente con bisogni particolari: piuttosto, è necessario mettersi nelle condizioni di poter sopperire a qualunque imprevisto nel miglior modo possibile; da qui, la minuziosa programmazione anticipata di cui parlavamo prima.

Responsabilità

Come la nuova normativa assicura, quindi, la riuscita di un’attività del genere è responsabilità soltanto degli istituti scolastici e del corpo docenti che hanno, dal ’99, piena autonomia nella progettazione di queste giornate dedicate – come il calendario scolastico vuole – alla formazione, alla cultura e al turismo; d’altro canto, si tratta di un compito che rientra nelle normali attività didattiche e che, quindi, può essere assolto durante lo svolgersi delle ore di lavoro e di lezione all’interno degli edifici scolastici.

Se per uno studente con disabilità è un diritto partecipare in maniera completa ad un viaggio d’istruzione, ovviamente, anche per un docente è altrettanto garantita la possibilità di scelta di prendere parte o meno a queste iniziative: non ci sono obblighi come è giustamente consentito comunicare eventuali imprevisti nel corso dell’anno scolastico, qualora si verifichino; l’importante è assicurarsi un “piano B” o, in caso, annullare completamente l’evento semmai venissero a mancare i requisiti minimi per la partecipazione anche di un solo studente del gruppo.