Non sempre la disabilità è una condizione che si presenta alla nascita o quando si è molto piccoli, anzi; molto spesso sono proprio eventi traumatici, accaduti da adulti, che portano a conseguenze di questo tipo.
L’impatto psicologico che ne deriva è, in alcuni casi, fortissimo e devastante: più che affrontare il percorso che dovrebbe portare ad un nuovo equilibrio con grinta e determinazione, può diventare automatico, in molti casi, ricadere in stati depressivi, di abbattimento, dove non si ha né la forza né la voglia di cominciare “la battaglia”, pervasi dall’idea che ci sia troppo poco da recuperare e da sperare.
Lo sport, in questi casi, si è dimostrato quasi miracoloso, riuscendo non solo ad abbattere barriere importanti a tutti i livelli, ma anche a dare nuovi scopi e nuova speranza a delle vite che hanno visto smembrarsi tutto il futuro più “scontato” in un battito di ciglia.
E quando l’evento traumatico citato in precedenza, invece, riguarda proprio un’attività sportiva?
Non tutti hanno accesso ad una illimitata fonte di risorse come, ad esempio, Alex Zanardi, che è riuscito, sin da subito, a forgiare una seconda vita con le sue stesse mani, dopo l’incidente quasi mortale che lo ha portato a perdere le gambe.
Molti potrebbero cominciare a temere di salire su quella stessa moto o a bordo di quella stessa auto, perdendo per sempre l’accesso ad un riscatto e ad un’altra, nuova, fetta di vita.
Proprio per questo è nata, nel 2013, la Onlus “Diversamente Disabili“, “la prima Associazione in Italia – si legge sul sito ufficiale – che si è occupata di (ri)avvicinare al mondo delle due ruote i ragazzi disabili che per difficoltà economiche, burocratiche, logistiche e psicologiche non hanno avuto la possibilità di farlo“.
La Onlus
L’associazione DD è sostenuta, in qualità di madrina, dalla cantante e atleta paralimpica Annalisa Minetti, vede come Presidente Onorario Lucio Cecchinello, Team Manager della LCR in MotoGP, e come Presidente effettivo Emiliano Malagoli, rimasto egli stesso invalido in un incidente di moto avvenuto nel luglio 2011; un avvenimento che gli ha cambiato per sempre la vita, dandogli nuove consapevolezze, anche se in tempi record ha trovato la forza di volontà e la voglia di rimettersi in gioco, tornando a correre in pista. La sua scelta di condividere questo percorso con gli altri è nata proprio da qui e ha preso forma quando, nel 2012, ha conosciuto Chiara Valentini durante una gara. La celebre campionessa europea ha sposato immediatamente la causa, immedesimandosi nella missione del progetto sin da subito: al momento dell’incontro con Malagoli, infatti, era appena rientrata alle corse dopo 4 anni di fermo dovuti proprio ad un infortunio.
L’obiettivo della DD è quello di rivolgersi ai giovani e di diventare veicolo verso lo sport, anche attraverso iniziative interessanti come:
- una Scuola Guida con moto adattate e istruttori (con la stessa disabilità degli allievi); un successo che ha riportato in sella più di 200 ragazzi;
- un Team di piloti “speciali”;
- il (primo e unico al mondo) campionato nazionale (Octo Bridgestone Cup) e internazionale (International Bridgestone Handy Race e Dream World Bridgestone Cup) per piloti disabili, approdato anche al MotoGP e al mondiale di Superbike.
Le iniziative collaterali
L’impegno dell’associazione DD non si ferma, però, soltanto allo sport. Dal 2014, infatti, in collaborazione con ACI Roma, ha avviato l’Educazione Stradale nelle scuole, unendo tutte queste attività anche al Progetto Patenti AS, per favorire il reintegro del disabile nella società attraverso la mobilità e le Patenti A Speciali.
Infine, dal 2017, è anche attiva la cosiddetta Mototerapia nei reparti di pediatria oncologica degli ospedali, che si occupa di coccolare i giovanissimi pazienti con presenza, sorrisi e piccoli regalini.