Chi è affetto dal Morbo di Parkinson e può giovare della presenza di un buon caregiver (o anche di più) ha sicuramente molte più chance di vivere una vita piena e soddisfacente.
Sebbene, infatti, la malattia, ad oggi, non abbia un rimedio ufficiale a livello medico, ma può soltanto essere gestita, la qualità di vita dell’interessato è direttamente proporzionale alla qualità e alla quantità di assistenza che si riceve, sia da parte dei caregiver che dei medici.
Innanzitutto è bene specificare che tutti, con l’età, andiamo in contro a un decadimento fisico, per cui è normale rendersi conto che non tutto quello che si faceva prima può essere fatto negli stessi termini e modalità, al passare del tempo.
D’altro canto è pur vero, però, che quando cambiano le circostanze cambiano anche le cose da poter fare, e questo vale anche per gli ammalati di Parkinson, per cui è importantissimo offrire sostegno e appoggio, magari anche attraverso le Associazioni Confederate a Parkinson Italia ONLUS, delle quali si trova un elenco sul sito web. Può essere un modo, per paziente e caregiver, per distrarsi e svagarsi nel relax e nella sicurezza che tutte le attività proposte saranno quelle più giuste e pertinenti al contesto.
Per il resto, ci sono una serie di accorgimenti e di precauzioni da valutare quando ci si prende cura di una persona affetta da Parkinson.
Dieta
Sono diverse le situazioni nelle quali ci si può trovare che implicano determinati tipi di dieta, senza contare che il modo in cui si mangia è fondamentale che sia in accordo con il funzionamento dei farmaci.
Può capitare, ad esempio, che il malato sia in sovrappeso: l’obesità può rivelarsi un ulteriore fattore limitante nel movimento. Possono esserci, poi, problemi con la deglutizione, eccessiva salivazione oppure, semplicemente, può essere interessante conoscere il parere del medico per ottenere, per il paziente, il massimo beneficio possibile.
Farmaci
Come si può ben immaginare, il ruolo dei farmaci nella vita di un malato di Parkinson è molto più che fondamentale. Per un caregiver, quindi, è buona norma cercare di tenere tutto in ordine e sotto controllo, per gestire al meglio anche imprevisti e situazioni di emergenza. Una buona abitudine è conservare i farmaci nelle confezioni originali, tenendoli sempre a portata di mano per evitare che in situazioni in cui debba subentrare un’altra persona, poi, ci si ritrovi in difficoltà. Anche il medico dovrà essere sempre aggiornato ed informato sull’elenco di farmaci che sta assumendo il paziente. I promemoria, inoltre, possono essere molto utili per evitare distrazioni, ricordando giorno e ora della somministrazione; avere tutto a disposizione sia sul cellulare che su un foglio attaccato al frigo sarà una buona precauzione nel caso del subentro improvviso di qualcun’altro per un imprevisto.
Un campanello d’allarme, infine, su cui essere sempre vigili è il comportamento del paziente: compulsività, cambi di personalità o di atteggiamento vanno discussi, sia a casa che con il medico, per capirne la natura ed, eventualmente, apportare delle modifiche nel piano previsto per i medicinali.
Sport, viaggi e stile di vita
Quando si assiste un malato di Parkinson si deve tenere presente che ci sono cose che non cambiano, altre che cambieranno e che bisogna, quindi, essere lucidi e al passo con le evoluzioni della malattia.
Di notte, ad esempio, non sarà subito necessario cambiare stile di vita, ma con il progredire della patologia sarà qualcosa che avverrà gradualmente.
La fisioterapia è un ottimo coadiuvante e torna utile soprattutto quando i farmaci perderanno un po’ della loro efficacia. Anche lo sport può essere praticato con le dovute accortezze.
Ovviamente alcuni tipi di attività vanno controllati, rallentati o limitati ma, in genere, se il paziente ama qualche tipo di sport, è possibile aiutare il suo stato psicofisico rendendogliene possibile la pratica, in accordo con il medico.
Camminare a piedi, andare in piscina a nuotare, ad esempio, sono esercizi fisici che possono fare molto ma che vanno, ovviamente, sempre monitorati: la camminata non deve trasformarsi in corsa e in acqua, ad esempio, potrebbe verificarsi un episodio di blocco motorio, chiamato freezing, che potrebbe rivelarsi particolarmente pericoloso.
E’, anzi, importantissimo sollecitare il paziente a fare attività fisica per tenersi in forma: a volte la paura di cadere o il timore di non sentirsi all’altezza della situazione possono generare situazioni di pigrizia e chiusura.
Per quanto riguarda la possibilità di viaggiare, l’importante è pianificare tutto al meglio per un’esperienza agevole e piacevole. La cosa fondamentale è gestire i tempi e i medicinali.
In aeroporto, ad esempio, è meglio recarsi un po’ prima del previsto, per evitare che i rallentamenti dovuti alle difficoltà motorie possano creare ritardi.
I medicinali vanno controllati e portati a sufficienza per tutta la durata del viaggio ed anche un po’ di più, per evitare che, in eventuali situazioni impreviste da rientro in ritardo, si rimanga scoperti. Una buona regola potrebbe essere anche quella di controllare se i farmaci sono acquistabili nel paese dove si è diretti.
Anche i numeri di emergenza e del medico vanno tenuti sempre a portata di mano e, magari, in più di un posto (ad esempio memorizzati sul cellulare e in valigia) per sentirsi tranquilli di potervi accedere in qualunque situazione e in qualunque momento.