Ippoterapia per disabili

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Sport, attività fisica ed arte sono di grande aiuto e di grande impatto psicofisico, da sempre, per tutti, ancor di più in casi di disabilità di qualunque tipo.

In questo immenso mondo di possibilità, da valutare al meglio caso per caso, si inserisce anche la riabilitazione equestre.

Questo tipo di attività è volta, più che altro, al recupero neuromotorio di soggetti disabili attraverso i movimenti naturali del cavallo con cui si interagisce, godendo, tra l’altro, di un’ottima storicità e, quindi, di grande esperienza e studi accumulatisi negli anni, di cui poter usufruire.

Tecniche di ippoterapia

Metodo Bobath

Attraverso una specifica posizione in sella, vengono inibiti gli schemi patologici motori e/o posturali, riuscendo anche nella normalizzazione e nella ricerca di un allineamento più “giusto” tra testa e tronco. Inoltre, stimolando il corpo a questo tipo di reazione si sollecitano anche i muscoli, migliorandone il tono e “l’allenamento”.

Questo tipo di risultati in ambito neuromotorio si ottengono grazie alla combinazione di due elementi: la presenza di un terapista esperto e il particolare, unico, movimento naturale dato dal passo del cavallo.

Maternage terapeutico

Si tratta di è una procedura che viene svolta solo in particolari situazioni, distaccata, in ogni caso, dagli altri tipi di attività e “passi” della riabilitazione equestre. Per intenderci, insomma, non è un passo obbligato, anzi: la forza di questo tipo di interventi si ritrova proprio nel fatto che i programmi devono essere necessariamente ed indiscutibilmente personalizzati, persona per persona.

Ma come funziona?

Il terapista, insieme al piccolo paziente (la procedura può essere seguita anche da bimbi di 18 mesi!) monta sul dorso del cavallo, sprovvisto di sella, bardato soltanto con il fascione da ippoterapia. Il suo obiettivo è quello di aiutarlo a sostenersi, per favorire la postura corretta di testa e tronco, stimolando dove serve e, in caso di bambini molto piccoli, ritornando anche come indietro nel tempo, ripercorrendo le fasi prenatali intrauterine e della nascita, sollecitando un miglioramento della percezione e della partecipazione all’ambiente circostante; una sorta di nascita bis, insomma.

Salite “a duchessa” e “a principessa”

Questo tipo di manovre sono pensate per salire e scendere dal cavallo in casi di disabilità motorie. Le salita “a duchessa” ed “a principessa” sono utili per far montare a cavallo individui in carrozzina: due o tre operatori si posizionano alle spalle ed ai piedi del disabile e, con attenzioni particolari e specifiche, lo sollevano per farlo montare sul dorso del cavallo. Per la discesa basterà ripetere le stesse azioni al contrario.

L’aspetto emotivo

La riabilitazione equestre non è fatta solo di “tecniche”. C’è anche una importante componente empatica che si attiva nel momento in cui le persone vengono a contatto con un altro essere vivente, naturalmente. Un essere vivente con i suoi bisogni, le sue reazioni, le sue “risposte” alle azioni… insomma, con l’ippoterapia, quello che va a risanare maggiormente stress, emotività, ansie ma anche ad intervenire su psicosi ed autismo, è proprio il rapporto che si instaura con il cavallo.

Una risorsa veramente importante e che prescinde, emozionalmente, da tutto il resto.

La combinazione delle due cose, emozionalità e tecnica, è il motore per il raggiungimento degli obiettivi.

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