Bologna: parte il corso di formazione per gli assistenti sessuali per i disabili

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Giovedì 31 Agosto 2017 è stata una data importante per diversi motivi, per quanto riguarda i disabili.

Nonostante manchi ancora una legge che ne regolamenti la posizione lavorativa, è partito, infatti, il corso di formazione per gli assistenti sessuali per i disabili, a Bologna: 4 giornate dedicate alla formazione di futuri O.E.A.S. (Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità delle persone con disabilità).

Promotore dell’iniziativa Max Ulivieri, 46 anni, web designer bolognese, che figura anche tra i fondatori dell’associazione “Love Giver“, nata per scardinare, attraverso diversi eventi che hanno riscosso parecchio successo, in tutta Italia, una serie di tabù e per rispondere a quelle domande delicate che, in molti, non hanno nemmeno il coraggio di porre.

Il ruolo dei disabili nella società è già fin troppo emarginato in situazioni “classiche”, come quelle legate al lavoro, come abbiamo visto, e all’inserimento in altri tipi di ambiti.

Quando si parla di sessualità, però, le cose diventano anche più difficili, finendo in un abisso di oscurità dove succedono cose che gravano sulla psiche non solo dei disabili stessi, ma anche dei caregiver.

I disabili, in sostanza, per la maggioranza della società, sono percepiti come “asessuati“, come se, nella loro vita, la sessualità fosse qualcosa di marginale, di inutile, persino di impossibile; per cui nessuno ci pensa.

La verità, invece, è che chi vive condizioni di disabilità, da quelle meno invalidanti a quelle che costringono permanentemente in un letto a combattere con le piaghe da decubito, da quelle genetiche a quelle improvvise, generate da qualche incidente o patologia, ha le stesse, identiche pulsioni dei normodotati, fermo restando che, in molti casi, uomini, ad esempio, che hanno subito lesioni spinali, possono ambire a tornare ad avere una sessualità del tutto normale, attraverso stimolazioni e terapie che, purtroppo, in molti casi diventano difficili da attuare… o si finisce per attuare a costi molto alti, a livello psicologico.

In quattro anni abbiamo raccolto 2137 richieste, gran parte da parte di genitori di ragazzi con disabilità sia fisiche che cognitive. Ci sono madri costrette a masturbare i figli, altri ricorrono alla prostituzione. Spesso negli istituti di cura vengono somministrati dei calmanti. Sono storie tristi e gravi. Mi sono stufato di ascoltarle e non poter fare niente” ha riferito Ulivieri.

Tra l’altro, egli stesso è affetto da una neuropatia motorio-sensitiva ereditaria che, dall’età di due anni, gli ha sempre impedito di camminare. Eppure, in una interessante intervista rilasciata a emiliaromagnamamma.it, ha confermato di avuto diverse fidanzate, una vita amorosa del tutto normale, coronata, poi, sei anni fa nel matrimonio con la sua attuale consorte. Sua madre, ha raccontato, era preoccupata che tutte lo avrebbero lasciato a causa della sua condizione; eppure lui, sfatando tabù su tabù, è riuscito a costruirsi una vita affettiva solida, ricevendo quello slancio grande che ha fatto sì che il suo impegno diventasse ispirazione anche per altri disabili.

Il corso di formazione

Il corso, come abbiamo detto in precedenza, consiste in 4 giornate formative: come si legge su LaStampa.it, i partecipanti sono diciassette candidati, selezionati tra oltre sessanta domande, che presenziano ai corsi tenuti da Fabrizio Quattrini, presidente dell’Istituto italiano di SessuologiaJudith Aregger, assistente sessuale in Svizzera dal 2009. È prevista anche la presenza di un medico, incaricato di spiegare le disfunzionalità sessuali relative alle diverse disabilità, e di un avvocato.

Quest’ultimo, molto probabilmente, è stato ingaggiato perchè, purtroppo, non esiste (ancora) una legge che disciplini la figura dell’assistente sessuale, per cui Ulivieri rischia pure una denuncia per favoreggiamento della prostituzione.

Ma l’ottimismo regna sovrano, anche perchè l’ispirazione è venuta dritta dritta da altri Paesi europei, dove questo tipo di ruolo è già accreditato, legale ed inserito nel mondo del lavoro.

In Francia è successa una bella cosa: in attesa di una legge che non arriva, un’associazione come la nostra ha iniziato a organizzare i corsi. Conosco la sofferenza che si prova a dover rinunciare alla propria intimità. Non ho paura, perché so di essere nel giusto“, ha asserito Ulivieri.

Gli danno il coraggio tutte quelle storie di donne, uomini, madri, padri e figli, che vivono realtà tremendamente onerose, a livello psicologico, affrontando da soli quello che, invece, dovrebbe essere compiuto insieme a personale qualificato, formato appositamente, con tutta la delicatezza del caso.

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