Estate, disabili e subacquea: una triade vincente!

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Tutti noi conosciamo la potenza e il ruolo in positivo dello sport e, in generale, del movimento, nelle nostre vite, ma soprattutto in quelle dei disabili. La forma fisica, la sicurezza in se stessi, i rapporti sociali e tutta una serie di aspetti della vita quotidiana vengono coinvolti e migliorati, ma nel rapportarsi a questa tematica, spesso, si fa l’errore di pensare solo a sport “ordinari”. In realtà, abbiamo già visto, ad esempio, come sia possibile, per tutti, la vela, o lo sci… e lo scuba diving?

Il caso di Sue Austin

Stando a quanto testimoniato dall’esperienza della performer Sue Austin la risposta a questa domanda è un “Sì” deciso!

La sua improvvisa condizione di disabilità le ha dato materiale su cui riflettere e, dopo un periodo di tempo, ne è nata una passione, una sfida, qualcosa per cui ha a lungo lavorato e che oggi la identifica: la Austin, infatti, si diletta in meravigliose passeggiate sott’acqua, munita di carrozzina!

In una celebre intervista, l’artista riporta, emozionata, la sensazione che la pervade in quei momenti: potersi muovere a 360° diventa di nuovo possibile, forse anche più di prima, diventando carburante per nuove esperienze e per la sua innata gioia di vivere.

In Italia

Nel nostro Paese la realtà della subacquea per disabili è piuttosto ben organizzata.

Superati i pregiudizi che hanno riguardato questa pratica per i diversamente abili negli anni 70, infatti, sono cominciati ad arrivare i primi brevetti già dagli anni 80 e, ad oggi, si contano migliaia di disabili subacquei a tutti gli effetti.

Un successo che si deve, in gran parte, alla nascita dell’HSA (Handicapped Scuba Association) nel 1975, che si rese partecipe, insieme all’università di Irvine, di importanti ricerche ed esperienze di integrazione tra subacquei disabili e normodotati. Da lì è andato tutto in discesa con la nascita, nel 1981, di HSA USA, che cominciò a coinvolgere gli italiani che si trovavano su suolo statunitense, e HSA Italia, con Aldo Torti, che alla fine degli anni Ottanta fondò l‘Associazione Nazionale Attività Subacquee e Natatorie per Disabili, pioniera di questa esperienza nel nostro Paese.

Naturalmente, non bisogna dimenticare che le disabilità possono essere molto varie, coinvolgendo aspetti motori o psichici: per questo motivo sono stati introdotti programmi didattici specifici per i partecipanti, con un occhio vigile sulle procedure di sicurezza che vanno intraprese.

Un mondo meraviglioso, quello subacqueo, che è aperto a tutti, insomma, anche ai disabili, fornendo, in questo particolare caso, una gioia in più per partecipare: quella di ritrovarsi liberi da qualunque impedimento e poter godere appieno della natura e delle sue meraviglie, lontano dai “problemi” della terra ferma.

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