Un joystick ergonomico, forgiato in base alle mani del suo utilizzatore, per le carrozzine per disabili.
È questa l’idea avuta da alcuni studenti di Informatica Medica della Fondazione ITS Volta di Trieste che, attraverso la guida del professor Diego Zabot e della startup R3place, hanno messo in pratica quello che è diventato il Progetto ITS 4.0, promosso, tra l’altro, proprio dal MIUR.
Il dispositivo è stato chiamato SPE3D-APP, acronimo di “Supporti Personalizzabili ed Ergonomici in stampa 3D e di APP”, e si sostiene sull’utilizzo dell’innovativa stampa 3D, oramai divenuta uno strumento potentissimo in tantissimi settori, e di una app dedicata, creata appositamente allo scopo.
Lo smartphone al servizio dell’e-health
Nonostante le critiche che si muovono, ogni giorno, verso l’utilizzo ossessivo-compulsivo degli smartphone da parte soprattutto dei giovanissimi, in effetti, la tecnologia sta mostrando, man mano che va avanti il progresso, anche il lato positivo di questi dispositivi, potendoli utilizzare praticamente per qualunque tipo di attività: dall’e-banking all’IoT (Internet of Things), passando, appunto, anche per l’e-health.
Ed è proprio attraverso uno smartphone che – una volta installata la app precedentemente introdotta – è possibile sagomare questa sorta di manubrio in base alla mano che lo utilizzerà in futuro: attraverso un supporto, infatti, è possibile sistemare il dispositivo sul dorso della mano e lasciarlo “lavorare” per raccogliere tutte le informazioni necessarie relative a misure e angolazioni scaturenti dai movimenti del polso.
L’usabilità della carrozzina si rivoluziona e diventa, insomma, a misura del suo utilizzatore.
Il progetto
Dello SPE3D-APP sono stati creati già due prototipi ed un tester si è offerto come volontario per provarne i vantaggi: monitorato da fisiatri e medici, Damiano Detela, un giovane disabile di 29 anni, si è detto entusiasta della guida personalizzata attraverso questo strumento.
Il progetto, comunque, è ancora in fase di evoluzione: l’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), infatti, si sta occupando di perfezionare i protocolli di sperimentazione per virarne la destinazione a pazienti con patologie rare o disabilità in età evolutiva.